
Questa prova prevede la preparazione di un profilo di un grande matematico che si è occupato in modo particolare di geometria.
In questa sezione mi occuperò di presentare il GRANDE PITAGORA, mi sono molto documentata sulla sua figura ed è qualcosa di veramente sorprendente!Leggere per credere……..
PITAGORA
La figura di Pitagora ci viene presentata dalla tradizione nella sua poliedricità, non solo come quella di un matematico e filosofo, scienziato ma anche quella di politico della Magna Grecia, del capo di una confraternita religiosa, di un PROFETA operatore di miracoli, di un sacerdote, di un mago con poteri sovrannaturali
Sembra proprio che possedesse una sapienza nascosta, che egli riservava agli iniziati, e che egli avrebbe ereditato direttamente da suo dio protettore Apollo, per bocca di una sacerdotessa di Delfi, Temistoclea.
Addirittura si racconta che fosse sceso negli inferi e avesse preso una coscia d’oro. Certamente queste notizie sono frutto più della fantasia che di una vera analisi storiografica, difatti ciò che sappiamo di lui, della sua vita se si prescinde dagli elementi leggendari, è molto poco.
Nacque a nell’isola Samo nel 571-570 a.C. al centro del mare Egeo, figlio di un mercante sufficientemente agiato per potere pagare al figlio, ragazzo intelligente e studioso, eccellenti maestri, i migliori del tempo: il musicista e poeta Ermodame,anch’egli di Samo, gli scienziati Talete ed Anassimandro, entrambi di Mileto, il filosofo moralista Biante di Priene e, soprattutto, Ferecide di Siro, mitografo e naturalista, un autodidatta formatosi (pare) su testi fenici, con il quale il nostro si accompagnò per sei anni, viaggiando da un'isola all'altra dell'Egeo e visitando i grandi centri commerciali dell'Asia Minore.
Leggenda vuole quindi che sia vissuto viaggiando moltissimo ed entrando in contatto con numerosissime civiltà tra le quali quella egizia, quella ebraica, quella indiana ecc. . Assai probabile risulta la possibilità che questi viaggi siano effettivamente avvenuti anche a causa delle inflessioni orientaleggianti presenti nel suo pensiero, ma non abbiamo la possibilità di verificarne la certezza.
Nel 548 a.C. data di morte del suo maestro ed amico Pitagora continuò a viaggiare da solo, ininterrottamente per 12 anni, come rappresentante di commercio del padre.
In Egitto, si accattivò il favore dei sacerdoti egiziani, i quali lo accolsero come uno di loro e gli aprirono i misteri della loro scienza; fu così che il giovane imparò l'egiziano, la geometria, i pesi, le misure, il calcolo con l'abaco, le qualità dei minerali. Si recò, poi, in Fenicia ed in Siria, e nel 539 a.C. poi in Babilonia , dove i sacerdoti caldei, gli insegnarono l'astronomia e la matematica.
Tre anni dopo fu a Creta, dove si sposò e conobbe, una sorta di mago, Epimenide purificatore ed indovino, che si arrogava il vanto di avere una relazione diretta con la divinità, e di avere vissuto molte vite. Ancora un breve soggiorno a Sparta, per studiarvi le leggi ed il calendario; e nel 538 a.C si trasferì a Crotone dove fondò una setta filosofico-religiosa e politica con i suoi codici e le sue regole ferree.
La scuola Pitagorica
In questa scuola pitagorica, si racconta che in si insegnasse matematica, ma non tutti erano ammessi, solo i più bravi, anche le donne potevano accedere. Si diffuse ben presto in tutte le città greche dell’Italia meridionale, assumendo molte volte il potere politico ed esercitandolo in senso aristocratico.
In questa scuola la cui dottrina era ispirata ai principi dell’orfismo, si sosteneva la trasmigrazione delle anime costrette ad incarnarsi nelle successive carceri corporee ,umane e bestiali, per una colpa originaria da espiarsi sino alla finale purificazione o catarsi. Addirittura pare che i suoi adepti vestiti tutti uguali non mangiavano carne perchè erano convinti che l'anima, se non si fosse comportata bene si incarnava per punizione in un altro corpo, anche in animali. Se la persona si fosse comportata bene, ascendeva al Paradiso, dove si contemplavano i numeri, che per loro era una bella cosa.
Ma l’originalità della scuola consistette nell’introduzione della scienza come strumento della purificazione:innovazione che, fu introdotta dallo stesso Pitagora definito polymathes (erudito).
In che cosa consistette in concreto tale pratica non è dato saperlo.
Nella scuola ciò che diceva Pitagora non potevano assolutamente essere messo in discussione, ma erano spunto per ulteriori conclusioni.
Sembrerebbe che i procedimenti metodologici dei pitagorici non erano differenti da quelli che in seguito saranno i procedimenti dei teologi, i quali partono da presupposti donatigli dalla Verità rivelata e che in base a quei presupposti sviluppano la loro indagine.
Inoltre a conferire un carattere fortemente religioso al pitagorismo era il suo carattere fortemente settario, che imponeva l’assoluto privilegio della conoscenza della filosofia del maestro ai suoi adepti e a nessun altro. Era severamente vietato diffondere la dottrina al di fuori della scuola. (poteva costare anche la vita).
La scuola era divisa in due settori: gli acusmatici o ascoltatori a cui era imposto il silenzio e una rigida disciplina di apprendimento e mahtematici che potevano non solo porre domande ma anche tenere lezioni e esprimere le proprie opinioni ed ai quali erano rivelate le dottrine più profonde della scuola.
Anche su un piano dell’ideologia politica all’interno della scuola si era estremamente severi, basti pensare al fatto che alcuni membri vennero espulsi (altri addirittura condannati a morte) a causa delle loro idee filodemocratiche. Questa tendenza antidemocratica sarà, molto probabilmente, una delle cause successivo crollo del pitagorismo, dato che molte delle città del tempo tendevano a cambiare il loro statuto e a diventare democratiche.
Tale scuola durò circa 150 anni e potè contare su 218 allievi!
Ai pitagorici spetta la creazione della matematica come scienza elaborando concettualmente i suoi termini fondamentali (quantità, punto, linea,superficie angolo corpo) e facendo astrazione da tutte le applicazioni pratiche. Ad essi va il merito di aver creato il carattere rigoroso della dimostrazione matematica.
E' da notare che gli scrittori dell’età alessandrina ad attribuire a Pitagora , il quale le avrebbe attinte dall’oriente, le principali dottrine scientifiche e filosofiche della Grecia Antica, non trova più credito tra gli studioso moderni
Lo stesso teorema si può attribuire ai pitagorici con una certa probabilità.
A Pitagora e ai pitagorici sono attribuiti la dimostrazione del famoso teorema sui triangoli rettangoli, del teorema sulla somma degli angoli interni di un triangolo, la scoperta dell'incommensurabilità della diagonale con il lato del quadrato, la scoperta dei cinque solidi regolari. Ma lo stesso teorema si può attribuire ai pitagorici con una certa probabilità.
Pitagora ha dato fondamentali contributi alla teoria matematica della musica dimostrando che suoni distanti un'ottava sono prodotti da corde di lunghezza doppia e suoni distanti una quinta sono prodotti da corde di lunghezza in rapporto 3/2... "Tutto è numero" era una massima dei Pitagorici, che avevano dei numeri una concezione mistica.
Non dobbiamo, però, considerare il numero e la matematica così come li consideriamo oggi, poiché se oggi i procedimenti matematici sono delle astrazioni teoriche di quei procedimenti sperimentali cari a scienze come la fisica o la chimica, nel V secolo a.C. si ritiene il numero una entità concreta, in quanto grandezze spaziali riproducibili dal mondo reale.
Infatti, riteneva il numero fosse la sostanza delle cose
Il numero era un’insieme di unità e l’unità era identica al punto geometrico.
Nello studio dei numeri ogni cifra, poiché la sua natura veniva rappresentata graficamente, corrispondeva a una figura reale (all’uno corrispondeva il punto, al due la retta, al tre il triangolo ecc. ecc.)
Su queste basi si sviluppò la tendenza magico-religiosa della scuola pitagorica, che oltre a cercare analogie tra i numeri e le forme del reale si spinse a creare collegamenti tra i numeri e i fatti della vita quotidiana dell’uomo. L’uno rappresentava l’intelligenza ferma e decisa, il due il parere instabile ecc,
Il numero 10 , considerato il numero perfetto era rappresentato con un traingolo che ha il quattro per lato e costituiva la sacra figura del tetrakits( tetrattide)
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Vi è insomma un simbolismo legato ai numeri!!!!!!!!!
La tetrattide rappresenta quindi la successione delle tre dimensioni che caratterizzano l'universo fisico. Queste considerazioni mostrano come per i Pitagorici ciascun numero è dotato di una propria individualità e pertanto non tutti i numeri si equivalgono come importanza (sembra che l'aristocrazia dei Pitagorici coinvolga addirittura i numeri). I numeri costituiscono una gerarchia di valore e alcuni numeri assurgono a simboli di altre entità, fisiche o concettuali: è il caso della giustizia, rappresentata dal 4 e dal 9. E visivamente il quadrato è rappresentato come la figura avente i lati uguali. Questa trama di corrispondenze simboliche tra numeri e cose è chiamata dai moderni "mistica del numero".Quindi affermare, come facevano i Pitagorici, che le cose sono costituite di numeri e che quindi tutto il mondo è fatto di numeri, significa che la vera natura del mondo, come delle singole cose, consiste in un ordinamento geometrico esprimibile in numeri (misurabile). Il numero pitagorico, infatti, svela la natura intrinseca delle cose poiché grazie ad esso ogni realtà terrena può essere quantificata e, quindi, può essere sviscerata fine nelle sue radici più profonde.Infatti, mediante il numero è possibile spiegare le cose più disparate dell'esperienza: dal moto degli astri al succedersi delle stagioni, dalle armonie musicali al ciclo della vegetazione. Per cui, anche ciò che sembra lontano dal numero risulta, a ben guardare, riconducibile ad una struttura quantitativa e quindi misurabile.Ed è questa la grande importanza dei Pitagorici, che per primi hanno ricondotto la natura, o meglio il carattere che fa della natura qualcosa di oggettivo (di veramente reale), all'ordine misurabile; e hanno riconosciuto in quest'ordine ciò che da al mondo la sua unità, la sua armonia, quindi anche la sua bellezza.
Pitagora, riprendendo il concetto delle opposizioni caro ad Anassimandro, giunse tra le altre cose a notare la contraddizione presente nei numeri, contraddizione fondamentale affinché l’esistenza possa essere tale.
Ma se la sostanza delle cose è il numero, le opposizioni tra le cose si riducono ad opposizioni tra numeri.
I numeri si dividono in pari e dispari: questa opposizione fondamentale si riflette in tutte le cose, quindi anche nel mondo nella sua totalità, e divide il mondo stesso in due parti, l'una corrispondente all'impari, l'altra al pari. L'impari o dispari e il numero limitato (cioè terminato, compiuto) perché si identifica con lo gnomone che è una figura in sé compiuta, armonica. Il pari è quel numero che può essere diviso in due parti uguali, di cui possono essere entrambe pari o entrambe dispari ed è invece illimitato, cioè non compiuto, non terminato. L'unità è detta parimpari, perché, aggiungendosi all'impari lo rende pari. Per esempio Il numero 1 è parimpari perchè se aggiunto ad un pari lo fa diventare dispari, e se aggiunto ad un dispari lo fa diventare pari
All'opposizione dell'impari e del pari, del limite e dell'illimitato, corrispondono altre opposizioni nelle quali sempre l'ordine, il bene e la perfezione stanno dalla parte dell'impari. Ci sono così dieci opposizioni fondamentali: 1) Limite, illimitato. 2) Impari, pari. 3) Unita, molteplicità. 4) Destra, sinistra. 5) Maschio, femmina. 6) Quiete, movimento. 7) Retta, curva. 8) Luce, tenebre. 9) Bene, male. 10) Quadrato, rettangolo. Questi opposti sono conciliati nel mondo da un principio di armonia
Con ogni probabilità, il primo a definire cosmo l’universo fu proprio Pitagora, il quale lo ritenne figlio del numero e in quanto figlio del numero perfettamente armonioso e ordinato (infatti il significato greco originario del termine cosmo è “ordine”).
I pitagorici ad un certo punto si rendono conto che ci sono anche grandezze incommensurabili Ippaso Metaponto lo svelò, la scuola chiuse. (non misurabili) e, scoprendole, le hanno tenute segrete per non far chiudere la scuola, ma quando
In conclusione, rimane da notare che il pensiero pitagorico è oggi divenuto la base metafisica della cultura planetaria. La scienza e la tecnologia che, ci piaccia o no, hanno ormai superato tutti i confini geografici e pervaso l'intero globo, si basano infatti proprio su quella coincidenza fra natura e matematica che Pitagora ha per primo saputo intuire e perseguire.
Approfondimenti ulteriori
sono su http://www.math.unifi.it/archimede/archimede/pitagora/prima.html
RIFERIMENTI
Il teorema del pappagallo-Guedj
Protagonisti e testi della filosofia-Abbagnano
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Pitagora.html
http://www.cartesionline.it/materiali/matematica_biografie_pitagora.cfm
http://www.filosofico.net/pitago.html